Idee per la testa… guida pratica all’utilizzo del foulard.

La caduta dei capelli costituisce uno dei cambiamenti estetici più evidenti che può subentrare con i trattamenti oncologici per la cura di un tumore, parliamo di alopecia da trattamento oncologico, quindi.
A seconda del tipo di terapia di cui si necessita, la caduta dei capelli può essere totale o parziale, di chemioterapia e alopecia abbiamo già parlato.
Vediamo insieme qualche modo per utilizzare un foulard, un’alternativa per sentirsi belle anche durante le feste di Natale.

Idee, proposte e alternative per l’alopecia da trattamento oncologico.

Il foulard. 
Un’originale alternativa è rappresentata da foulard o bandane che possono essere sostituite e cambiate di colore e fantasia a seconda dell’esigenza. State dunque pronte con foulard rossi e bianchi, glitterati o come preferite, darete un tocco di allegria al vostro look.

Veniamo ai metodi per annodare il foulard.

Modello 1. Foulard con nodo dietro la nuca. 
Prendete un foulard di circa 2 mt di lunghezza e 60/65 cm di larghezza.
1. Posizionate il foulard sulla testa e lasciate che le estremità pendano sulla schiena.
2. Prenderete le due estremità e incrociatele dietro alla nuca tenendole ben strette in modo che il foulard aderisca perfettamente alla fronte.
3. Porta le due estremità verso la fronte.
4. Incrocia le bande sulla fronte e poi riportatele dietro la nuca, lungo ciascun lato della testa.
5. Raccogliete le estremità sulla nuca e incrociate con un paio di nodi.
6. Et voilà, l’accounciatura con il foulard è pronta.

indossare foulard alopecia oncologia 1

Modello 2. Foulard con nodo su un lato.
Prendete un foulard di circa 2 mt di lunghezza e 60/65 cm di larghezza.
1. Posizionate il foulard sulla testa e lasciate che le estremità pendano sulla schiena.
2. Prenderete le due estremità e incrociatele dietro alla nuca tenendole ben strette in modo che il foulard aderisca perfettamente alla fronte.
3. Portate una delle due estremità lungo un lato a scelta della testa e fatela passare sulla fronte, assicurandovi di farla aderire bene. Fermatevi dietro l’orecchio.
4. Fate un nodo dietro l’orecchio.
5. Lasciate la parte più lunga tesa e fatela girare intorno al nodo 3/4 volte finchè le due estremità diventano della stessa lunghezza.
6. Infilate la bande che avete fatto girare intorno al nodo, all’interno del nodo stesso.
7. Et voilà, l’accounciatura con il foulard è pronta.

indossare foulard alopecia oncologia 2

Modello 3. Foulard con rosa su un lato.
Prendete un foulard di circa 2 mt di lunghezza e 60/65 cm di larghezza.
1. Posizionate il foulard sulla testa e lasciate che le estremità pendano sulla schiena.
2. Prenderete le due estremità e incrociatele dietro alla nuca tenendole ben strette in modo che il foulard aderisca perfettamente alla fronte.
3. Portate una delle due estremità lungo un lato a scelta della testa e fatela passare sulla fronte. Posizionate il foulard sulla testa e lasciate che le estremità pendano sulla schiena.
4. Fate un nodo dietro l’orecchio
5. Stringete il nodo
6. Arrotolate il lato più lungo intorno al nodo in senso circolare creando una rosa, finchè rimangono circa 5 cm di banda.
7. Prendete l’estremità che avete fatto passare intorno alla testa e fissatela all’interno della rosa che avete creato, facendola uscire dal centro.
8. Ora tiratela fuori completamente e stringete.
9. Prendete la parte più corte e giratela creando una rosa come nel passaggio precedente.
10. Fissate i lembi rimasti et voilà la rosa è pronta.

indossare foulard alopecia oncologia 3
Modello 4. Foulard con treccia.
Prendete un foulard di circa 2 mt di lunghezza e 60/65 cm di larghezza.
1. Posizionate il foulard sulla testa e lasciate che le estremità pendano sulla schiena.
2. Prenderete le due estremità e incrociatele dietro alla nuca tenendole ben strette in modo che il foulard aderisca perfettamente alla fronte.
3. Prendete la banda più lunga e arrotolatela su se stessa.
4. Fate passare la banda arrotolata sopra la fronte e annodatela all’altra banda. Et voilà il foulard è pronto.

indossare foulard alopecia oncologia 4

Se conoscete altri modi per annodare i foulard, condivideteli con noi nei commenti qui sotto!

 

Psiconcologia. Cos’è e a cosa serve?

Arriva il momento in cui si è seduti davanti al medico e i risultati sono arrivati, è un tumore.

Perché a me?”, “Cosa ho fatto per meritarmi questo?”, “Come lo dico ai miei figli?”, “Come faccio adesso?”, “E se muoio?”…

L’annuncio della diagnosi è un momento estremamente critico, di passaggio. Improvvisamente si passa dall’essere sani all’essere malati e la minaccia di vita costituisce uno degli elementi più dirompenti nel vissuto della persona.

cose-la-psiconcologia

In breve si inizia a frequentare l’ospedale, l’oncologia. Iniziano le terapie. La quotidianità cambia, le cure dettano i tempi e il fisico si affatica e si trasforma. Cambiano le relazioni con i familiari, gli amici, il proprio ruolo lavorativo e sociale.

La psiconcologia si inserisce in questo contesto di rottura per promuovere la qualità della vita del paziente, tenendo in considerazione le esigenze, i desideri e i progetti della persona e della famiglia nelle diverse fasi della malattia.

In tal senso il ruolo dello psicologo in oncologia è quello di integrare le diverse dimensioni coinvolte dalla malattia oncologica attraverso la costante collaborazione con medici e infermieri, nell’ottica di una presa in carico globale del paziente (come persona).

A chi si rivolge la psiconcologia?
A tutti i pazienti e ai loro familiari, qualunque sia la diagnosi, la prognosi e la risposta alle terapie.

Quando è utile rivolgersi allo psiconcologo?
Non c’è un momento preciso in cui rivolgersi allo psicologo, ogni persona ha esigenze e tempi diversi.

C’è chi lo fa al momento della diagnosi “mi è caduto il mondo in testa, sono distrutto”, chi durante le terapie “non mi riconosco più, sono ingrassata di 20 kg e ho perso i capelli”, chi alla guarigione “è arrivato il momento di fermarmi un attimo e prendere del tempo per me e capire cosa è successo”.
C’è chi si rivolge allo psicologo dopo aver scoperto una recidiva “credevo di esserne uscito, di aver finito, non posso pensare di ricominciare tutto da capo” e chi quando la malattia è in fase avanzata “non c’è più molto da fare, ma finché son qui voglio vivere!”.

Quindi non c’è un momento giusto, solo il desiderio di farlo.

Per cosa ci si rivolge allo psiconcologo?
La malattia oncologica mette la persona di fronte a sfide e criticità di diversa natura alle quali ogni paziente risponde a proprio modo, a seconda del momento di vita, delle risorse disponibili, dalle relazioni in atto, dei suoi progetti ecc.

Benché i pazienti si trovino ad affrontare la “stessa” situazione, Il motivo del primo contatto può essere anche molto diverso. Non tutti, infatti, affrontiamo le situazioni allo stesso modo e non sono necessariamente le stesse cose a farci stare male. 

Per qualcuno può essere la gestione degli effetti collaterali delle terapie, per un altro la comunicazione ai figli della diagnosi, o ancora la difficoltà a comunicare con il paziente. Può essere la paura della morte, la preoccupazione per il futuro, un problema fisico o sessuale. O qualunque altro motivo.

Rivolgersi allo psicologo consente la costruzione di risorse interne e strategie per affrontare i momenti critici della malattia e fare in modo che la vita non si esaurisca nella malattia, perché come dice un antico detto marinaro “non è il vento ma l’assetto delle vostre vele a stabilire la rotta che volete seguire”.

Fatigue in oncologia. Scopriamo come affrontare i disturbi

La fatigue in oncologia può manifestarsi in momenti diversi del percorso di cura, dipende da soggetto a soggetto. Le cause della fatigue in oncologia possono essere diverse, imparare a riconoscerne i sintomi è un ottimo punto di partenza per trovare una soluzione al disturbo.
Alcuni pazienti manifestano i sintomi durante la terapia, altri dopo. Indipendentemente da quando questi si manifestino, i sintomi legati alla fatigue da trattamento oncologico possono essere trattati per alleviarne le conseguenze e migliorare il qualità della vita del paziente.

la fatigue in oncologia

COSA FARE PER AFFRONTARE I DISTURBI DELLA FATIGUE IN ONCOLOGIA?

Una volta identificato con certezza il problema, va affrontato con i provvedimenti più adeguati e questo non può prescindere da quella che deve essere una personalizzazione delle contromisure. Inoltre, è necessario un approccio multidisciplinare che potrà coinvolgere varie figure professionali dell’equipe oncologica che vi segue: medico, infermiere, psicologo, fisioterapista, nutrizionista, palliativista, volontario.
In primo luogo, è opportuno parlarne con il vostro oncologo di riferimento senza timore di esternare i vostri sintomi (“Chiedere aiuto non rappresenta un atto di debolezza!”).

COME TRATTARE LE CAUSE DELLA FATIGUE IN ONCOLOGIA.

Abbiamo detto che i trattamenti devono tener conto delle molteplici cause della fatigue, per cui, prima di arrivare a delle prescrizioni di farmaci, sarà molto importante inizialmente considerare tutte quelle opzioni “non farmacologiche” per affrontare e tentare almeno di contenere il problema.

I principali interventi nella gestione della fatigue in oncologia possono essere riassunti in:

  • Risparmio energetico stabilendo le tue priorità.
  • Pianifica nella tua giornata una regolare attività fisica di intensità variabile che si è dimostrata in grado di ridurre la fatigue, al contrario del riposo assoluto che invece la può incrementare.
  • Non dimenticare di alimentarti ed idratarti correttamente per evitare sbalzi di peso che potrebbero risultare controproducenti ed accentuare la fatigue.
  • Non trascurare eventuali sintomi persistenti come febbre, nausea e/o vomito, diarrea, stipsi, difficoltà di masticazione e deglutizione, dolore e depressione.
  • Igiene del sonno (creare un ambiente confortevole e rilassante per questa attività, coricarsi possibilmente sempre allo stesso orario ed alzarsi sempre alla medesima ora, evitare di dormire a lungo durante il giorno, considerare possibili provvedimenti complementari come il massaggio terapeutico, lo yoga, tecniche di rilassamento come la respirazione profonda, l’agopuntura, la musicoterapia).
  • Supporto psicosociale (educazione sanitaria, attività di counselling, provvedimenti psicoeducativi)
  • Rimedi naturali come il ginseng.

Il percorso di malattia nel quale ci si trova coinvolti segna la propria esistenza sotto molteplici aspetti. Trovare sollievo dalla fatigue, ma soprattutto prendere consapevolezza della sua esistenza e dei rimedi che esistono per contrastarla, rappresenta un primo passo per migliorare la propria qualità di vita senza troppe rinunce, apportando alcuni semplici accorgimenti per imparare a volersi bene.

Yoga in Oncologia

Ricevere una diagnosi di cancro e sottoporsi ai trattamenti per la cura della malattia inficia notevolmente la qualità di vita della persona, portandola spesso a vivere alti livelli di stress psicologico.
In letteratura il disagio correlato all’esperienza del cancro è definito come una spiacevole esperienza emotiva di natura psicologica o sociale e spirituale che può interferire con la capacità di affrontare i suoi sintomi fisici e il suo trattamento.

yoga in oncologia

Indipendentemente dal regime di trattamento, sintomi come la stanchezza, l’insonnia, il dolore, disturbi dell’umore, vampate di calore, disfunzioni sessuali e deficit cognitivi si verificano di frequente e spesso persistono anche dopo il trattamento.

Negli ultimi anni la letteratura ha riportato un incremento dell’utilizzo della Medicina Complementare Alternativa (CAM) da parte dei pazienti malati di cancro, come ausilio per gestire i sintomi legati alla malattia o derivanti dagli effetti collaterali dei trattamenti.

Il National Center for Complementary e Alternative Medicine (NCCAM) ha definito la CAM come “un gruppo di diversi sistemi di cure mediche e sanitarie, pratiche e prodotti che non sono generalmente considerati parte della medicina convenzionale”.
Tali tecniche comprendono la medicina mente –corpo (MBM, che comprende una serie di pratiche che consentono alla mente di influenzare le funzioni del corpo), l’utilizzo di prodotti naturali, l’integrazione nutrizionale, tecniche di mediazione corporea, tecniche energetiche e sistemi di medicina tradizionale (es. medicina cinese e ayurvedica).

Queste modalità sono state recentemente classificate come medicina complementare e non alternativa alla medicina convenzionale.

All’interno della MBM di particolare interesse scientifico risultano gli studi e le indagini empiriche condotti in questi ultimi anni rispetto ai benefici derivanti dall’impiego dello Yoga in oncologia.

Diversi studi hanno dimostrato che la partecipazione ai programmi di Yoga durante il percorso oncologico porta a miglioramenti statisticamente significativi di stress, ansia, irritabilità, benessere emotivo, tristezza, energia, funzione cognitiva, dolore, sonno, umore, stanchezza, vampate di calore, appetito, funzione intestinale, nausea, vomito, Qualità di Vita e tolleranza dei trattamenti.

Sulla base di queste premesse, il Servizio di Psico-Oncologia della Fondazione Poliambulanza, ha strutturato  il progetto di “Yoga in Oncologia” con il quale si intende impiegare lo Yoga come un importante complemento dei trattamenti impiegati nella cura del cancro e attraverso un’accurata selezione di esercizi ad hoc, far fronte alle specifiche esigenze dei pazienti.

OBIETTIVI

La finalità generale è quella di migliorare la capacità di adattamento e di gestione delle problematiche legate alla malattia ed ai trattamenti.
In particolare gli obiettivi che si intendono perseguire con questo progetto sono:

  • educare e incrementare la percezione corporea individuale;
  • migliorare l’umore;
  • agire sui livelli di ansia e depressione;
  • diminuire il distress psicologico;
  • agire sulla qualità del sonno;
  • favorire lo stato di rilassamento fisico e mentale;
  • migliorare la respirazione ed i parametri fisiologici ad essa correlati (pressione sanguigna, frequenza cardiaca, temperatura corporea, onde cerebrali ed altre funzioni corporee).

METODOLOGIA E STRUMENTI

Questo progetto si rivolge a tutti i pazienti del reparto di Oncologia della Fondazione Poliambulanza.

Si articola in un percorso che comprende 8 incontri a cadenza settimanale, della durata di 2 ore ciascuno, con classi di massimo 20 partecipanti. 

Esistono diversi tipi di Yoga, in questo progetto verrà proposta una dimensione di movimento dolce, che possa essere svolto anche da persone non allenate, in cui gli esercizi svolti attraverso il rilassamento e la respirazione, avranno la finalità di alleviare tensioni sia a livello muscolare che emotivo.

Gli strumenti utilizzati quindi saranno: la respirazione profonda, esercizi dolci di allungamento, tecniche di rilassamento e di visualizzazione.

Se volete partecipare al corso, vi invitiamo a scrivere a spc@poliabulanza.it.

Prendiamoci cura del nostro corpo e della nostra mente. Facciamolo con coscienza per vivere meglio e più sereni.

L’esercizio fisico durante la terapia oncologica. Quale attività è possibile fare durante la terapia?

Lo stress è uno dei più temibili nemici della nostra salute. E’ il male della nostra società che colpisce moltissimi individui.
Lo stress indebolisce il sistema immunitario, con gravi conseguenze per la nostra salute.

Cercare di contenere la carica di stress quotidiana è una sfida impegnativa, che bisogna vincere. Fortunatamente ci sono dei validissimi alleati che possono venire in nostro soccorso. L’esercizio fisico è uno di questi! Muoversi aiuta a ridurre lo stress e a mantenere un corpo sano che si difende meglio dagli attacchi esterni e dalle malattie.

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Quale attività è possibile fare durante la terapia?

Quando un organismo è sottoposto a chemioterapia o radioterapia potrebbe subire effetti collaterali come affaticamento, dolori muscolari, nausea, etc. Di conseguenza è preferibile optare per attività soft e che siano compatibili con le possibilità del paziente. Quindi la prima regola da seguire è ascoltare se stessi.

Un recente studio condotto dall’American Cancer Society ha individuato lo yoga in oncologia tra le migliori attività da praticare durante terapie.

Esistono diverse tipologie di yoga che comprendono l’allungamento muscolare, la respirazione profonda e la meditazione. Tutte pratiche altamente consigliate per ridurre lo stress.

La pratica yoga aiuta a rilassare la mente oltre che il fisico, con conseguente beneficio all’organismo. Uno degli aspetti più importanti è il respiro, che adeguatamente modulato aiuta a rilassare mente e fisico.
Lo yoga in oncologia è un buon modo per cercare di contenere gli effetti collaterali della terapia e in generale per ridurre lo stress di qualsiasi natura esso sia.

Il servizio di psiconcologia della Fondazione Poliambulanza a Brescia, organizza corsi di yoga per i pazienti del reparto di oncologia. Il numero dei partecipanti è limitato per poter garantire un’adeguata assistenza, quindi se siete interessati potete chiedere maggiori informazioni a: spc@poliambulanza.it